Sono passati vent’anni da quell’edizione sperimentale di “Calabria in Fiore”. Era il 2001 e l’Associazione Culturale Entropia, con il sostegno dei Verdi, organizzava una giornata di studi sulla Canapa all’Università della Calabria, con studiosi ed ospiti nazionali.
In vent’anni il quadro è mutato, ma non completamente. In Italia la cannabis è legale dal 2006 solo per uso terapeutico, mentre la canapa industriale è normata dal 2016. Eppure, ancora oggi, permangono le conseguenze nefaste di un’ideologia punitiva e proibizionista: ci sono pazienti che per curarsi devono recarsi per strada, finendo in tribunale o agli arresti domiciliari per aver coltivato una pianta, poiché il prodotto non si trova in farmacia. Ci sono imprenditori che vengono attenzionati e perseguiti, nonostante siano gli unici che, sulla cannabis, ci pagano le tasse. Parliamo di un settore (agricoltura, vendita al dettaglio) con 12mila operatori per un’età media di 32 anni.
Mentre le associazioni di produttori e consumatori non smettono di battersi per una legislazione meno restrittiva, ecco che riemerge l’esigenza di una narrazione scientifica, oggettiva, non ideologica, intorno alla Canapa e ai suoi usi. Da qui il ritorno di “Calabria in Fiore”, per ritrovare le radici di una pianta tradizionalmente conosciuta nella nostra regione ed ampiamente utilizzata. Per riscoprire una cultura perduta tracciando nuove strade e prospettive.